Mi ami tu
30 DICEMBRE 2020
Questo è un articolo scritto da Oreste. In realtà queste righe, che trovo meravigliosamente dirette al cuore di ognuno di noi, avevano come destinazione principale quella di presentare un raggio di Gioventù Studentesca. Appena le ho ascoltate ho pensato che fossero da pubblicare, urgentemente, su questo sito. Prendete questo articolo come un piccolo regalo di Natale. Per me è stato così, e non potevo chiedere di meglio.
Miguel Manara è un'opera teatrale (detta mistero) divisa in sei quadri scritti dal drammaturgo lituano Oscar Milosz nel 1912. Miguel è un giovane nobile spagnolo che ha trascorso la sua vita senza nessun freno, e ne ha combinate di tutti i colori, ha avuto tutte le donne che voleva, è stato violento, ha rubato, truffato, e persino ucciso. Il dramma di Milosz, tratto da una storia vera, si apre con la presa di coscienza, da parte del protagonista, del proprio male e del bisogno di qualcosa che lo salvi. Poi l'incontro con Girolama che sconvolge la sua vita. La donna gli fa capire ciò che realmente desidera e lo avvicina, come Beatrice con Dante, alla Fede. Nel quarto quadro Miguel va a confessarsi dall'abate e nel confessionale del monastero della Caridad il protagonista tira fuori tutte le atrocità che ha commesso, passando in rassegna la sua vita fino alla svolta, all'incontro con la donna che gli parlò di Dio e gli insegnò a pregare, sua moglie Girolama. Al ché l'abate gli chiede: "Se hai incontrato questa Girolama perché stai qui a piagnucolare?" E lui: "Questa donna totalmente dolce e totalmente mia, padre, è morta." -Mi piace molto questo "totalmente mia", completamente irreale e contraddittorio, pensava fosse sua, ma è morta. Allora il frate gli chiede di pregare un attimo e lui lo blocca e gli dice: guarda che non ho ancora finito, non ti ho detto tutto, ne ho combinate altre... E qui la prima perla di questo quadro: il frate lo guarda nel profondo, lo chiama per nome e gli dice "Cos'altro vuoi raccontarmi? Già ti conosco, da molto tempo ti tengo d'occhio, vediamo tutto noi frati con gli occhi sul breviario. Il fatto è che tu pensi a cose che non sono più e che non sono mai state." E Miguel si sente investito da una tenerezza immensa, da uno sguardo che non aveva mai incrociato prima, che sa leggere nel suo cuore ancor prima che lui possa aprirlo.
Questo è il Cristianesimo, il perdono che Gesù ci ha portato. Quel perdono totale che insegnò a Simone ricomparendo dopo essere risorto, come aveva già fatto, mentre i suoi stavano pescando. È lui il primo a riconoscerlo, Simone, che si lancia dalla barca perché non può aspettare un momento di più. Sulla riva, in cerchio attorno al fuoco nessuno ha bisogno di parlare, l'aria è densa di un rapporto, di uno sguardo tanto potente che le parole non servono, non basterebbero. Poi la domanda, che rade quel silenzio, limando l'attesa, scolpendo ancora una volta inequivocabilmente la pietra su cui costruire questa Chiesa. Tre colpi decisi: "Mi ami tu?" Qual è la ragione del "sì" di Simone? E perché questo batte tutti i suoi errori e le sue mancanze passate e future? Può il "sì" sopperire alla sua mancanza di uomo? Può cancellare il tradimento, le sue debolezze? E i nostri "sì", le nostre mancanze? Le nostre debolezze? E la domanda non è "che cosa hai fatto?". Questo già lo sa Gesù, e non solo con Pietro, ma anche con il buon ladrone, con tutti noi, esattamente come il frate con Miguel. "Mi ami tu?" questa è la domanda. E la nuova vera necessità non dev'essere non sbagliare più, ma trovare qualcuno che ci sappia perdonare.
Vi consiglio di leggere questo libro o anche solo il capitolo -Ve lo lascio-, perché è impressionante in questo quadro il susseguirsi di chicche che ci regala il frate durante il colloquio. Nel riassunto delle tappe della vita, quando gli spiega che c'è un cammino da fare e non ci sono scorciatoie, "la misura dell'amore è la pazienza" dice; e poi ancora "perché temi di perdere chi ha saputo trovarti?" che è secondo me il manifesto della fede. Non la nostra, vacillante, inadeguata, altalenante, poca. Ma la vera fede di Dio, la fedeltà che ha Dio verso di noi, verso la promessa, con la pazienza e la costanza, la fantasia con cui ci richiama a Lui, che è un richiamarci a noi stessi, la forza con cui torna a farci quella domanda ad ogni nostra mancanza. Mi ami tu?
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